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Tra entusiasmi e paure (molte), l'AI è già parte integrante delle nostre vite.


IA

Si fa un gran parlare di intelligenza artificiale in queste settimane. C'è un intensificarsi delle discussioni intorno ad essa.



Si fa un gran parlare di intelligenza artificiale in queste settimane. C'è un intensificarsi delle discussioni intorno ad essa. Soprattutto perché si comincia ad utilizzare per vari scopi e in vari ambiti, e perché è entrata dirompente nelle nostre vite e c'è già la consapevolezza che lo sarà sempre di più.

L'AI sta già avendo un profondo effetto sulla società, un impatto che promette di diventare ancora più grande man mano che la tecnologia diventa più sofisticata. Ma non è detto che tutto sia o sarà positivo.

Nel breve periodo probabilmente l'AI sostituirà quasi tutti i lavori di ripetizione. Col tempo uno scenario del genere potrebbe creare problemi alla stabilità sociale.
Con il crescente timore che l'automazione e l'IA cambino il nostro modo di lavorare e portino a un aumento della disoccupazione, ci si interroga su quali lavori saranno sostituiti dalle macchine in futuro. Alcuni esperti sottolineano che i potenziali cambiamenti nel lavoro sono imminenti: entro il 2030, si stima che tra i 75 e i 375 milioni di lavoratori (tra il 3 e il 14% della forza lavoro globale) dovranno cambiare lavoro e imparare nuove professioni.





Un altro aspetto dell'intelligenza artificiale a cui stiamo già assistendo è l'aumento della disinformazione. Nel 2020, il gruppo di attivisti Extinction Rebellion ha utilizzato Deepfake per produrre un discorso fittizio del primo ministro belga Sophie Wilmès. Hanno preso un vero discorso video di Wilmès e hanno usato l'intelligenza artificiale per manipolare le sue parole. Il risultato: la disinformazione. Altro pericolo che viene segnalato da alcuni esperti, già dirompente, è il dominio dell'intelligenza artificiale da parte di poche grandi aziende tecnologiche. Dal 2007, Google ha acquisito almeno 30 aziende di IA che lavorano su qualsiasi cosa, dal riconoscimento delle immagini alle voci umane per computer, costruendo un enorme monopolio sulla tecnologia IA. Nel 2016, Google, Apple, Facebook, Microsoft e Amazon, insieme ai mega player cinesi, hanno speso fino a 30 miliardi di dollari su una stima di 39 miliardi di dollari a livello globale per la ricerca, lo sviluppo e le acquisizioni legate all'IA. La concentrazione monopolista potrebbe quindi condizionare ed assicurare un'influenza sproporzionata sulla direzione in cui si svilupperà la tecnologia IA oltre al mero controllo.

Con l'aumentare dei consigli da parte dell'AI si rischia che le persone si convincano che le scelte suggerite loro dagli algoritmi siano le proprie finendo così per diventare molto influenzabili o manipolati. Alcuni algoritmi di apprendimento automatico non sono spiegati o sono tenuti segreti. Un altro pericolo annunciato da parte di alcuni studiosi, vista la mole di informazioni e la penetrazione sociale della tecnologia, è quello della violazione della privacy e una massiccia profilazione.

Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, intervenuto in un talk americano organizzato dalla CNBC, ha considerato impressionante quello che fa l'AI ma al tempo stesso ha lanciato l'allarme perché secondo lui è anche in grado di fare cose orribili. “Il problema - ha dichiarato - è che fa cose buone, ma può commettere errori orribili non sapendo cosa sia l'umanità”. Ed ha evidenziato inoltre la totale mancanza di emozioni e sentimenti negli argomenti. Dote questa che resta imprescindibile dagli esseri umani. ChatGpt e tutte le altre tecnologie simili non devono essere bandite, ma insegnate. Siamo in forte ritardo. Nelle scuole si dovrebbero dare gli strumenti per comprendere e usare al meglio queste tecnologie. L'intelligenza artificiale ha la capacità di riuscire a collegare fatti che non riusciamo a vedere. In medicina, ad esempio, con l'analisi e la capacità di individuare formazioni cancerogene con un'accuratezza superiore rispetto ad un medico. L'AI ha una straordinaria capacità di sintesi mettendo insieme le cose principali. Ma se le si chiede un minimo di ragionamento su cose meno usuali va (ancora) in tilt. Lo fa dal punto di vista computazionale, non con l'intelligenza. Anche se ha una grande capacità di accelerazione e di miglioramento.

Francesco Cicerone



Tra entusiasmi e paure (molte), l'AI è già parte integrante delle nostre vite.


IA

Si fa un gran parlare di intelligenza artificiale in queste settimane. C'è un intensificarsi delle discussioni intorno ad essa.



Si fa un gran parlare di intelligenza artificiale in queste settimane. C'è un intensificarsi delle discussioni intorno ad essa. Soprattutto perché si comincia ad utilizzare per vari scopi e in vari ambiti, e perché è entrata dirompente nelle nostre vite e c'è già la consapevolezza che lo sarà sempre di più.

L'AI sta già avendo un profondo effetto sulla società, un impatto che promette di diventare ancora più grande man mano che la tecnologia diventa più sofisticata. Ma non è detto che tutto sia o sarà positivo.

Nel breve periodo probabilmente l'AI sostituirà quasi tutti i lavori di ripetizione. Col tempo uno scenario del genere potrebbe creare problemi alla stabilità sociale.
Con il crescente timore che l'automazione e l'IA cambino il nostro modo di lavorare e portino a un aumento della disoccupazione, ci si interroga su quali lavori saranno sostituiti dalle macchine in futuro. Alcuni esperti sottolineano che i potenziali cambiamenti nel lavoro sono imminenti: entro il 2030, si stima che tra i 75 e i 375 milioni di lavoratori (tra il 3 e il 14% della forza lavoro globale) dovranno cambiare lavoro e imparare nuove professioni.





Un altro aspetto dell'intelligenza artificiale a cui stiamo già assistendo è l'aumento della disinformazione. Nel 2020, il gruppo di attivisti Extinction Rebellion ha utilizzato Deepfake per produrre un discorso fittizio del primo ministro belga Sophie Wilmès. Hanno preso un vero discorso video di Wilmès e hanno usato l'intelligenza artificiale per manipolare le sue parole. Il risultato: la disinformazione. Altro pericolo che viene segnalato da alcuni esperti, già dirompente, è il dominio dell'intelligenza artificiale da parte di poche grandi aziende tecnologiche. Dal 2007, Google ha acquisito almeno 30 aziende di IA che lavorano su qualsiasi cosa, dal riconoscimento delle immagini alle voci umane per computer, costruendo un enorme monopolio sulla tecnologia IA. Nel 2016, Google, Apple, Facebook, Microsoft e Amazon, insieme ai mega player cinesi, hanno speso fino a 30 miliardi di dollari su una stima di 39 miliardi di dollari a livello globale per la ricerca, lo sviluppo e le acquisizioni legate all'IA. La concentrazione monopolista potrebbe quindi condizionare ed assicurare un'influenza sproporzionata sulla direzione in cui si svilupperà la tecnologia IA oltre al mero controllo.

Con l'aumentare dei consigli da parte dell'AI si rischia che le persone si convincano che le scelte suggerite loro dagli algoritmi siano le proprie finendo così per diventare molto influenzabili o manipolati. Alcuni algoritmi di apprendimento automatico non sono spiegati o sono tenuti segreti. Un altro pericolo annunciato da parte di alcuni studiosi, vista la mole di informazioni e la penetrazione sociale della tecnologia, è quello della violazione della privacy e una massiccia profilazione.

Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, intervenuto in un talk americano organizzato dalla CNBC, ha considerato impressionante quello che fa l'AI ma al tempo stesso ha lanciato l'allarme perché secondo lui è anche in grado di fare cose orribili. “Il problema - ha dichiarato - è che fa cose buone, ma può commettere errori orribili non sapendo cosa sia l'umanità”. Ed ha evidenziato inoltre la totale mancanza di emozioni e sentimenti negli argomenti. Dote questa che resta imprescindibile dagli esseri umani. ChatGpt e tutte le altre tecnologie simili non devono essere bandite, ma insegnate. Siamo in forte ritardo. Nelle scuole si dovrebbero dare gli strumenti per comprendere e usare al meglio queste tecnologie. L'intelligenza artificiale ha la capacità di riuscire a collegare fatti che non riusciamo a vedere. In medicina, ad esempio, con l'analisi e la capacità di individuare formazioni cancerogene con un'accuratezza superiore rispetto ad un medico. L'AI ha una straordinaria capacità di sintesi mettendo insieme le cose principali. Ma se le si chiede un minimo di ragionamento su cose meno usuali va (ancora) in tilt. Lo fa dal punto di vista computazionale, non con l'intelligenza. Anche se ha una grande capacità di accelerazione e di miglioramento.

Francesco Cicerone



Tra entusiasmi e paure (molte), l'AI è già parte integrante delle nostre vite.


IA

Si fa un gran parlare di intelligenza artificiale in queste settimane. C'è un intensificarsi delle discussioni intorno ad essa.



Si fa un gran parlare di intelligenza artificiale in queste settimane. C'è un intensificarsi delle discussioni intorno ad essa. Soprattutto perché si comincia ad utilizzare per vari scopi e in vari ambiti, e perché è entrata dirompente nelle nostre vite e c'è già la consapevolezza che lo sarà sempre di più.

L'AI sta già avendo un profondo effetto sulla società, un impatto che promette di diventare ancora più grande man mano che la tecnologia diventa più sofisticata. Ma non è detto che tutto sia o sarà positivo.

Nel breve periodo probabilmente l'AI sostituirà quasi tutti i lavori di ripetizione. Col tempo uno scenario del genere potrebbe creare problemi alla stabilità sociale.
Con il crescente timore che l'automazione e l'IA cambino il nostro modo di lavorare e portino a un aumento della disoccupazione, ci si interroga su quali lavori saranno sostituiti dalle macchine in futuro. Alcuni esperti sottolineano che i potenziali cambiamenti nel lavoro sono imminenti: entro il 2030, si stima che tra i 75 e i 375 milioni di lavoratori (tra il 3 e il 14% della forza lavoro globale) dovranno cambiare lavoro e imparare nuove professioni.





Un altro aspetto dell'intelligenza artificiale a cui stiamo già assistendo è l'aumento della disinformazione. Nel 2020, il gruppo di attivisti Extinction Rebellion ha utilizzato Deepfake per produrre un discorso fittizio del primo ministro belga Sophie Wilmès. Hanno preso un vero discorso video di Wilmès e hanno usato l'intelligenza artificiale per manipolare le sue parole. Il risultato: la disinformazione. Altro pericolo che viene segnalato da alcuni esperti, già dirompente, è il dominio dell'intelligenza artificiale da parte di poche grandi aziende tecnologiche. Dal 2007, Google ha acquisito almeno 30 aziende di IA che lavorano su qualsiasi cosa, dal riconoscimento delle immagini alle voci umane per computer, costruendo un enorme monopolio sulla tecnologia IA. Nel 2016, Google, Apple, Facebook, Microsoft e Amazon, insieme ai mega player cinesi, hanno speso fino a 30 miliardi di dollari su una stima di 39 miliardi di dollari a livello globale per la ricerca, lo sviluppo e le acquisizioni legate all'IA. La concentrazione monopolista potrebbe quindi condizionare ed assicurare un'influenza sproporzionata sulla direzione in cui si svilupperà la tecnologia IA oltre al mero controllo.

Con l'aumentare dei consigli da parte dell'AI si rischia che le persone si convincano che le scelte suggerite loro dagli algoritmi siano le proprie finendo così per diventare molto influenzabili o manipolati. Alcuni algoritmi di apprendimento automatico non sono spiegati o sono tenuti segreti. Un altro pericolo annunciato da parte di alcuni studiosi, vista la mole di informazioni e la penetrazione sociale della tecnologia, è quello della violazione della privacy e una massiccia profilazione.

Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, intervenuto in un talk americano organizzato dalla CNBC, ha considerato impressionante quello che fa l'AI ma al tempo stesso ha lanciato l'allarme perché secondo lui è anche in grado di fare cose orribili. “Il problema - ha dichiarato - è che fa cose buone, ma può commettere errori orribili non sapendo cosa sia l'umanità”. Ed ha evidenziato inoltre la totale mancanza di emozioni e sentimenti negli argomenti. Dote questa che resta imprescindibile dagli esseri umani. ChatGpt e tutte le altre tecnologie simili non devono essere bandite, ma insegnate. Siamo in forte ritardo. Nelle scuole si dovrebbero dare gli strumenti per comprendere e usare al meglio queste tecnologie. L'intelligenza artificiale ha la capacità di riuscire a collegare fatti che non riusciamo a vedere. In medicina, ad esempio, con l'analisi e la capacità di individuare formazioni cancerogene con un'accuratezza superiore rispetto ad un medico. L'AI ha una straordinaria capacità di sintesi mettendo insieme le cose principali. Ma se le si chiede un minimo di ragionamento su cose meno usuali va (ancora) in tilt. Lo fa dal punto di vista computazionale, non con l'intelligenza. Anche se ha una grande capacità di accelerazione e di miglioramento.

Francesco Cicerone



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